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La parola biofilia, che letteralmente significa “amore per la vita”, è stata utilizzata per la prima volta dal sociologo tedesco Erich Fromm per riferirsi all’interesse spontaneo dell’uomo verso tutto ciò che è vivo e vitale. Questo concetto venne poi studiato e ampliato dal biologo statunitense Edward Osborne Wilson, che ricondusse questa attitudine al bisogno degli uomini di instaurare legami affettivi con ciò che li circonda. Ma in che modo questo concetto si lega all’architettura?
Secondo questa concezione abbiamo la tendenza, anche inconscia, a instaurare un legame profondo con il nostro ambiente: non sarà difficile quindi capire come i luoghi che viviamo quotidianamente ci possano influenzare e avere un ruolo fondamentale nella qualità della nostra vita e del nostro benessere.
Il concetto di biofilia in architettura si va ad affiancare a quelli di bioarchitettura e di bioedilizia, in linea con l’approccio green ed ecosostenibile che sempre più sta prendendo campo sia in ottica di progettazione che di realizzazione. La biofilia fa un ulteriore passo in avanti, per arrivare alle emozioni e alla capacità di connettersi con l’ambiente circostante.
Oltre alla ricerca di soluzioni che limitino le emissioni di gas nocivi, che tutelino l’ambiente dalla dispersione di calore e che favoriscano il nostro benessere fisico, quindi, si inizia a progettare secondo i principi dell’amore e dell’attrazione per la natura. Questo tipo di architettura implica una progettazione che si ispira alla natura stessa per creare ambienti che stimolano la biofilia.
Favorire l’ingresso della luce naturale in casa è molto importante; ecco perché, nel momento in cui viene progettata una casa in quest’ottica, si tenderà a favorire ampie vetrate e finestre dalla struttura visivamente leggera.
Grazie all’installazione di modelli dal profilo sottile e dotati di vetrocamere con vetri extralight, come le finestre in PVC della linea Prolux di Oknoplast, è possibile avere fino al 22% di luce in più rispetto a una normale finestra in PVC.
È inoltre preferibile che la vista sia indirizzata verso le aree verdi, o comunque che si possa apprezzare un bel panorama. Molto importante inoltre è che gli ambienti siano sempre ben areati, con un ricambio d’aria costante.
In questo modo la biofilia si va ad integrare con l’architettura sostenibile: se la seconda favorisce l’utilizzo di soluzioni a basso impatto ambientale, la prima si occupa anche dei processi rigenerativi, del benessere psicofisico e del recupero dello stress di chi abita la casa.
L’architettura insomma può giocare un ruolo di primaria importanza e stimolare l’interazione tra uomo e natura: elementi architettonici costruiti dall’uomo possono integrarsi perfettamente al contesto circostante, completandolo e rendendolo ancora più significativo e forte.
Va in questo senso la crescente tendenza all’integrazione tra spazi interni ed esterni: non c’è più un confine rigido tra dentro e fuori, ma un ambiente fluido in cui abbinare sempre più praticità e benessere psicofisico.
La natura ci stimola e ci rilassa, ci fa riflettere, ci emoziona. Allora perché non pensare in questo senso anche nell’ottica della vita di tutti i giorni?